“Giorgio credeva molte nell’uso delle parole e le calibrava sempre. Era uomo di poche parole, raccontava poco di se stesso: per questo motivo, per ricordarlo dovevamo trovare le parole giuste e chi le dicesse. Abbiamo messo insieme persone che hanno partecipato a progetti e imprese nel corso della sua vita”. Francesco Guala, presidente dell’Associazione Cultura e Sviluppo, ha introdotto così la serata a ricordo di Giorgio, del quale è nipote.

Nato nel 1939, Giorgio era il terzogenito di Angelo Guala e Piera Parodi. Dopo l’infanzia passata all’oratorio don Stornini a giocare a calcio e a ping pong, ha frequentato il liceo classico, poi la facoltà di Scienze Politiche alla Cattolica, dove conosce persone che diventeranno importanti come Romano Prodi e Arturo Parisi. Si laurea poi anche in Filosofia e Teologia. Nel 1962 inizia il Concilio Vaticano II e la chiesa si apre alla modernità. Giorgio si reca va a Roma e matura la decisione di diventare sacerdote. Non fu una decisione facile, il suo rapporto con la fede e l’istituzione religiosa era bello ma conflittuale. Dopo l’ordinazione nel 1968, fa una scelta poco convenzionale con la fondazione, insieme ad altri sacerdoti alessandrini amici, della comunità San Paolo.

“Anche oggi in città si dice sempre comunità e non parrocchia: era una profezia, calata in quel tempo” ha detto don Vittorio Gatti della diocesi di Alessandria. Don Guido Ottria, in un video registrato, ha ricordato che il Concilio Vaticano aveva suscitato speranze per un rinnovato dialogo della chiesa nel mondo e Giorgio sentiva molto questo spirito ecumenico. Con Giorgio, don Guido Ottria, don Mario Martinengo e don Maurilio Guasco nasce la comunità di San Paolo. “Punto qualificante dell’esperienza era la vita comune e la condivisione”. La comunità è nata in via Baggiolini 16, dove poi è arrivato anche don Gian Piero Armano e tre ragazzi senza famiglia che sono stati adottati. La chiesa è stata costruita con un lascito di una famiglia conosciuta dopo che aver preso tragicamente l’unico figlio.

Silvana Cavigliasso, amica da tantissimi anni, ha detto che Giorgio “era quel sacerdote che avrebbe trasformato un seminterrato in un luogo di preghiera. Dopo l’omelia ricordo come si poteva intervenire con domande e riflessioni personali. La comunità fu un luogo di incontro del quartiere appena costituito. Grazie a lui nacque un comitato di quartiere spontaneo. Ricordo anche il magnifico viaggio in Cina con lui. Giorgio, grazie per l’umiltà che mi hai insegnato e l’affetto che mi hai regalato”.

Giorgio credeva che l’affermazione personale e sociale passasse dal lavoro. Una grande parte della sua vita è stata dedicata alla formazione per facilitare l’inserimento del mondo del lavoro dei giovani. Nel 1973, grazie a lui, nasce la sede Enaip di Alessandria. Alberto Spalla, uno dei formatori di allora, ha ricordato con Ettore Livorsi che “Giorgio era formatore ed educatore. Con pochi mezzi e tanto entusiasmo, insieme ad alcuni insegnanti della sede di Acqui Terme e altri amici fece partire il nuovo centro. Era fortemente influenzato da don Lorenzo Milani. Era una scuola per gli ultimi, dove le materie di studio si collegavano ai laboratori e al conseguimento delle abilità. Nacque la formazione per moduli. L’Enaip ha sviluppato una nuova metodologia di formazione professionale seguita poi da altri centri. Questa scuola rifiutava la formazione come addestramento, era un’amalgama tra crescita dell’individuo e professionalità. Grazie all’Enaip sono stati riportati a scuola centinaia di ragazzi che non avrebbero più frequentato. Moltissimi che avrebbero fatto mestieri dequalificati sono divenuti operai specializzati e piccoli imprenditori. Giorgio fu un vero mentore per gli insegnanti più giovani, li sollecitava a dare il meglio di sé e a progredire. Fu una splendida avventura educativa e per molti insegnanti si è sviluppata la passione dell’insegnamento. Giorgio aveva grandi capacità educative e moltissima attenzione alla vita del singolo. Grazie Giorgio, le tue idee resteranno sempre con noi”.

Nel 1986 Giorgio lascia l’Enaip per diventa consulente per molte aziende in Italia. Negli anni 90 nascono i poli universitari alessandrini. Paolo Ferraris, che fu responsabile della sede locale del Politecnico di Torino, ha ricordato che si sono conosciuti all’oratorio don Stornini, alla fine della guerra. “Ci siamo ritrovati dopo l’alluvione del 1994. Occorreva un luogo dove ospitare le persone arrivate per dare aiuto e mi venne in mente la comunità San Paolo”. Il professor Ferraris ha spiegato come nel decentramento alessandrino iniziò il progetto di corsi avanzati mirati alla preparazione universitaria per sbocchi lavorativi e nacquero gli stage aziendali. Ci fu la possibilità di introdurre corsi di formazione umana, come le metodologie dell’apprendimento, che furono affidati a Giorgio Guala. Qui potete leggere la presentazione completa del professor Ferraris

Per ricordare l’attività svolta da Giorgio per Proplast, il centro di cultura per l’ingegneria delle materie plastiche, è intervenuto Piero Cavigliasso: “Ho conosciuto Giorgio quando ero bambino, mi ha coinvolto nei corsi formativi, poi sono stato assunto in Guala. Per formare i dipendenti del nuovo stabilimento Guala a Termoli non esistevano corsi nell’ambito delle materie plastiche. Nacque il centro di cultura in consorzio con il Politecnico e Giorgio mi ha coinvolto nel progetto. Lui metteva ovunque la parola ‘cultura’”.

Sergio Bettini ha ricordato invece la Fondazione Centro di orientamento scolastico e professionale. “Giorgio capì che la distinzione tra orientamento scolastico e professionale non era logica. Andavamo nelle scuole, Giorgio parlava in modo semplice e affascinava i ragazzi. era felice di parlare del loro futuro. Era la persona giusta al posto giusto: parlava di desideri, cuore e passione”.

Guido Savoi è intervenuto per la Fondazione Social, nata nel 2013. “Per Giorgio c’era sempre un orizzonte nuovo. Diceva ‘non so cosa c’è di là, ma lo costruiamo adesso, con l’attenzione agli altri, facendo delle cose giuste’. C’era il mandato della famiglia Guala di mettere a disposizione delle risorse importanti per aiutare gli altri ma inizialmente non si sapeva come fare. Giorgio ha dato subito un’impostazione: non si fa elemosina né carità, ma qualcosa che aiuti a crescere quelli che aiutano. Costituita la Fondazione, si mise alla ricerca dei tutor volontari. Elaborò la prima forma di bando per il terzo settore. Con lui abbiamo individuato i criteri oggettivi per dare uno strumento ai valutatori. Poi sono stati individuati i tutor per seguire i progetti”.


“Nella vita, tanto personale quanto professionale, sono stato fortunato. Ho incontrato persone molto diverse da me e sono riuscito ad imparare, da loro, cose che da solo non avrei mai potuto capire. Giorgio è una di quelle persone, una delle più importanti e una delle più diverse da me – ha detto Alessio Del Sarto, direttore dell’Associazione Cultura e Sviluppo – Se ti approcci a persone diverse e diventi loro amico, hai la possibilità di mettere insieme più vite e di non vivere solo la tua. Attraverso il confronto aperto con loro, impari cosa si prova e cosa si pensa dalla prospettiva di qualcun altro”.

“Parlerò di Giorgio e di quello che ci ha insegnato, cercando di rappresentarlo nelle cose che vedete in questa sede o che facciamo in città. Voglio raccontare alcune cose che ha insegnato a me, che ha insegnato a noi di Cultura e Sviluppo e di Social, attraverso cinque parole che descrivono bene il Giorgio che io ho conosciuto. Amicizia: sentivi nel tono che dava tutto il peso possibile di quella parola, quasi a volerti ricordare continuamente che era una cosa importante, fatta di rispetto, affetto, dialogo e cooperazione. Profondità: solo se conosci bene le cose, puoi maneggiarle con correttezza e prendere decisioni corrette, praticabili e giuste. Accoglienza: non giudicava mai senza aver ascoltato tutto, dava seconde possibilità di spiegarsi, non faceva pesare la sua esperienza e la sua cultura. Impegno: se ti diceva ‘sì, ti aiuto’, ci metteva tutto se stesso nello studiare il contesto, nell’applicare ogni sua energia, come se quella fosse la cosa più importante da fare. Pazienza: la convinzione che le cose complicate si potessero affrontare con le dovute risorse e conoscenze, che ogni idea abbia un tempo giusto per maturare e poi funzionare. Da questo spirito nasce tutto quello di cui avete sentito parlare, nasce la Fondazione SociAl, Centro Congressi Alessandria, AlessandriaNews, Cultura e Sviluppo e tutte le attività complesse che portiamo avanti con decine di partner sul territorio. Cerchiamo tutti i giorni di fare il meglio possibile, sperando di portare avanti la memoria del nostro amico Giorgio nel migliore dei modi. Grazie Giorgio, continuiamo noi”. Qui potete leggere l’intervento completo di Alessio Del Sarto.

In conclusione i ricordi personali dell’amica Augusta Cavigliasso: “L’ho conosciuto a 11 anni, fu la chitarra ad avvicinarmi a lui. Iniziai a frequentare la comunità di san Paolo. Nel 1972 Giorgio venne travolto da una slavina con un ragazzino che è diventato poi mio marito. È stata un amicizia durata tutta la vita”.

La spiritualità religiosa di Giorgioqui potete leggere l’intervento di Mauro Fornaro

I ricordi degli amici e conoscenti

Qui potete rivedere l’incontro