Dal 28 al 31 maggio 400 partecipanti hanno compiuto in nave la rotta Civitavecchia – Barcellona con 30 formatori d’eccezione per discutere delle prossime sfide riguardanti la cooperazione e lo sviluppo dell’innovazione sociale.
“In questo momento storico abbiamo bisogno di visioni condivise per il futuro di questo pianeta. – ha spiegato il presidente del Gruppo Cooperativo CGM, Stefano Granata – Solcando il Mediterraneo, teatro oggi di tante tragedie ma anche luogo di scambio e cultura, lavoriamo per creare un futuro inclusivo, in cui nessuno venga lasciato indietro”.
Il Social Enterprise Boat Camp è stato organizzato da Cgm e Fondazione Acra e copromosso da Ong 2.0 con lo scopo di creare il primo boot camp itinerante sull’impresa sociale, in cui oltre 380 tra rappresentanti di cooperative, aziende, ong, associazioni e fondazioni hanno lavorato a formule nuove di lavoro congiunto. A bordo della nave, oltre a workshop e seminari, sono state presentate 8 realtà di imprenditoria sociale illustrando best practice da tutto il mondo.
Con il sostegno strategico ed economico di Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo, sono stati portati ad esempio casi studio di grande interesse da tutte le parti del mondo. Dall’impresa tanzaniana (Education & Entrepreneurship) che offre ai giovani svantaggiati un’educazione professionale di qualità, a quella del Mozambico (Naiss Limitada) che vende servizi igienici ad un prezzo accessibile per gli abitanti delle zone povere della periferia di Maputo o al progetto per l’accesso all’energia nelle zone rurali della Tanzania (Devergy). Ancora, dal primo tablet tattile (Blitab) che fornisce contenuti in tempo reale a persone non vedenti e ipovedenti, sino al progetto di telefonia (Pedius) dedicato ai non udenti capace di creare delle telefonate sottotitolate in tempo reale.
Non mancano anche le imprese made in Italy, come “La polveriera” di Reggio Emilia, che ha trasformato uno spazio abbandonato in un laboratorio di cultura sociale, o la piattaforma web (Familyidea) che offre servizi alla famiglia e mette in rete i consorzi di cooperative sociali in tutta Italia.
A queste esperienze si è aggiunta l’impresa agricola piemontese “Maramao” che, accanto alla produzione e vendita di prodotti di qualità, lavora per promuovere l’integrazione sociale di persone svantaggiate, come i migranti e richiedenti asilo. L’impresa sociale coltiva ortaggi, cereali, uva, nocciole e prodotti trasformati secondo tecniche di agricoltura biologica con lo scopo principale di promuovere relazioni di fiducia sul territorio tra chi coltiva e chi consuma i prodotti, oltre che possibilità formative e di inserimento lavorativo per soggetti svantaggiati.
L’analisi dei business model dei casi di studio presentati ha permesso di attivare un confronto concreto su priorità, difficoltà e potenzialità nello sviluppare un’attività imprenditoriale con finalità sociali fino ad individuare processi di cambiamento basati su veri partenariati paritari con le realtà imprenditoriali locali.
SITO – Crescere Insieme
SITO – Maramao