“Lo stigma del corpo ‘non conforme’ e la difficoltà di riconoscere la persona nel paziente obeso”. In occasione del World Obesity Day, vi presentiamo NutriMente, il progetto del GAPP per l’integrazione psico-corporea in un’ottica multidisciplinare.
“Il mio corpo è un macigno. Non sono il mio corpo. Questo corpo mi ingabbia”. Quante volte i professionisti della salute si sono trovati ad ascoltare queste affermazioni da parte dei pazienti obesi. I problemi di sovrappeso in generale, e l’obesità in particolare, ad ora non trovano un’adeguata risposta. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: un’indagine condotta nel 2019, su un campione di cinquanta mila bambini di terza elementare, rivela che il 20,4% è in sovrappeso, il 9,4% obeso ed il 2,4% gravemente obeso. L’Italia rimane dunque uno dei paesi d’Europa con il più alto tasso di obesità infantile. Si tratta di una costellazione di complessità in un cielo buio, quello della nerezza esistenziale dei giovani – anche giovanissimi – che hanno il cibo come compagno, sempre a portata di bocca, ingurgitato fino a deformare l’intera figura, fino a deformarne i contorni. NutriMente nasce proprio da qui: da quel troppo del corpo obeso, che mette fortemente a rischio la propria salute, e che produce angoscia nell’altro. Pensando proprio a quel “troppo” che nasconde un “vuoto di tutto”, il Centro GAPP FIDA, impegnato da vent’anni nella cura dei disturbi alimentari, ha pensato ad un progetto terapeutico in ottica psicodinamica, rivolto a bambini, preadolescenti, adolescenti con problemi di sovrappeso e obesità, finalizzato non solo a cogliere, ma soprattutto ad intervenire, tanto sugli aspetti psicologici, quanto su quelli medici e dietologici, prendendo in considerazione i diversi aspetti del giovane paziente obeso: psichici, fisici, familiari e sociali nella loro complessa totalità.
La vision di NutriMente concepisce una presa in carico multidisciplinare, un percorso intensivo trimestrale, ma prolungabile, che si avvale dello strumento del gruppo di piccole dimensioni – con un gruppo di parola e con laboratori espressivo-creativi e psico-corporei – capace di rendere più compatto l’intervento, anche con la condivisione dei punti di fragilità, ed attraverso la socializzazione. Condividere e socializzare sono fondamentali quando si parla di obesità in età evolutiva: due cardini intorno ai quali ruota la possibilità del cambiamento, attraverso un’integrazione a più dimensioni, fra movimento e terapia di parola, fra esperienza individuale e gruppale.
L’opportunità di raccontarsi – imparando a conoscersi in una dimensione gruppale, libera dal giudizio – permette di portare alla luce vissuti ed esperienze personali che, proprio attraverso la condivisione ed il confronto, consentono di sentirsi gradualmente più accettati e meno soli. “La proposta di un laboratorio come intervento terapeutico nasce anche dall’esigenza di avvicinarsi al bambino, e al preadolescente, con un linguaggio che sia vicino al suo modo di esprimersi, offrendogli la possibilità di comunicare il suo malessere anche attraverso la proiezione di parti di sé in storie, narrazioni, attraverso gli stimoli creativi offerti proprio dal laboratorio”, spiega Elena Mietto, psicologa del Centro GAPP, riferendosi in particolare agli stimoli creativi che animeranno i laboratori, “Ad esempio varie immagini, dadi contastorie, disegni e giochi emotivi, con i quali i partecipanti avranno la possibilità di scoprirsi e di scoprire l’altro, uscendo, con i propri tempi, da quella corazza difensiva che caratterizza la persona obesa”.
Spesso ci si trova a lavorare con ragazzini obesi che non esprimono il loro disagio, perché lo tengono rigorosamente sotto chiave: la vergogna li porta, infatti, ad acquisire uno stile relazionale a volte totalmente compiacente, altre volte aggressivo. Il loro è un tentativo di farsi accettare, e di sentirsi accettati. “La vergogna verso il proprio corpo ed il vissuto di inadeguatezza rendono spesso difficile l’esporsi agli altri, e ciò li porta a sentirsi soli, ritrovando nel cibo quello strumento oggetto capace di sedare l’ansia non verbalizzata, ma agita, e di colmare così quel vuoto che li investe”, specifica Romina Erica Cardaci, psicologa del Centro GAPP.
L’eccessiva richiesta di cibo sottende un bisogno affettivo relazionale che ha dato origine a un comportamento non sano, ma funzionale ai bisogni dell’adolescente in difficoltà: ingurgitare per definirsi. Per modificare questa “forsennata risposta al bisogno” è indispensabile guidare il giovane paziente alla comprensione del significato inconscio del suo profondo malessere. “Tanti adolescenti arrivano al nostro Centro con numerose esperienze di diete ripetute negli anni, con scarsi risultati. Questo accade perché si considera l’obesità come un comportamento patologico da modificare, senza riflettere sul significato che la dinamica dell’alimentazione riveste per il soggetto”, commenta Martina Crisman psicologa-psicoterapeuta del Centro GAPP.
Se nell’anoressia la magrezza del corpo ridotto all’osso si fa strumento di potere – un appello estremo – nell’obesità il corpo si fa scudo, un’armatura per difendersi dal mondo. “Il corpo di cui ci prendiamo cura, attraverso la proposta laboratoriale, è un corpo che può essere considerato non solo in termini di parametri fisici, di peso e centimetri da perdere, di calorie da bruciare – aspetti fondamentali, dei quali si occupa la parte medica dell’équipe multidisciplinare -, ma anche in termini di sensazione e percezione, di ricerca di significato rispetto all’interrogativo ‘che cosa vuol dire abitare questo mio corpo?’. Quello del giovane paziente obeso è un corpo che cerchiamo di legittimare ad essere, a sentire, a muoversi”, spiega Gaia Figini, responsabile del laboratorio psicocorporeo di NutriMente, precisando che “il laboratorio di danza-movimento si terrà una volta a settimana, nella forma del piccolo gruppo, per un totale di 5-6 partecipanti”. Siccome l’obesità manifesta spesso una dispercezione corporea, si utilizzerà la danza sia come strumento per mobilitare i processi interiori di significazione e di espressione verso l’esterno, sia come facilitatore di dinamiche di gruppo. “Proprio attraverso l’imitazione, la ripetizione – fermarsi, differenziarsi, avvicinarsi, allontanarsi, velocizzare, rallentare rispetto agli altri – il movimento e la danza diventano i principali veicoli di comunicazione e di acquisizione di conoscenza”, sintetizza Figini, puntualizzando che “La danza – intesa in questo caso non come tecnica, ma come movimento, come essere-nel-mondo – è al servizio del laboratorio psicocorporeo, al fine di far emergere gli stati interni del paziente, quelli che più difficilmente potrebbero trovare espressione attraverso il linguaggio verbale”.
Oltre ai laboratori sarà fondamentale la presa in carico medico-nutrizionale, nell’ottica di una colleganza integrata, volta al superamento di quel meccanismo disfunzionale che scinde mente e corpo, sia da parte del paziente obeso, sia (troppo spesso) da parte del personale curante. Non ultimo, per importanza e intensità, il ruolo dei gruppi di parola, non solo pensati per bambini e adolescenti ma, altresì, per i loro genitori, nella convinzione che anche la famiglia sia un prezioso ed indispensabile facilitatore di cambiamento.
Sabato 18 e domenica 19 marzo con un laboratorio e uno spettacolo teatrale presso la sede di Cultura e Sviluppo di Alessandria verrà presentato il progetto “I Teatri della Mente – Romeo & Giulietta”, la nuova produzione firmata Teatro della Juta, selezionata dal Bando Smart 2022 della Fondazione SociAL.
Nato come “spin off” del progetto di accessibilità al teatro “Juta No Limits”, avviato dal Teatro della Juta in collaborazione con Abilitando Onlus di Alessandria e il Centro Diego Fabbri di Forlì, il format “I Teatri della Mente” cerca di dare una risposta all’esigenza di creare spettacoli in cui il pubblico possa essere messo sullo stesso piano di fruizione. La scelta per questo primo capitolo del format è ricaduta su Romeo e Giulietta, una delle opere più iconiche di William Shakespeare.
Lo spettacolo, che si terrà domenica 19 marzo alle ore 16 e alle ore 19, è una performance sensoriale a cui un numero ridotto di spettatori (al massimo 50 per ogni replica) assisterà bendato e seguirà la vicenda solo grazie a stimoli uditivi, olfattivi e tattili. Gli spettatori privati quindi di un senso fondamentale a teatro, sono condotti in un’esperienza immersiva in cui scenografie, costumi e gli stessi attori sono percepiti con gli altri sensi.
Costo del biglietto d’ingresso: 10€
Il pubblico è spesso considerato più come un consumatore che come un artista, dimenticandosi che un’opera d’arte, non solo teatrale, ha bisogno di un gruppo di spettatori che si emozioni per essere considerata tale.
Per questo nasce “I Teatri della Mente”, un modo per far sì che il pubblico, rispettando il suo ruolo, partecipi allo spettacolo in maniera creativa, immaginando i costumi, la scenografia e persino l’aspetto degli attori.
Lo spettacolo sarà preceduto sabato 18 marzo dalle ore 14 alle ore 19 da un laboratorio, a partecipazione “up to you”, sempre nei locali di Cultura e Sviluppo ad Alessandria, in cui il si potranno sperimentare le tecniche che vengono utilizzate per realizzare uno spettacolo di questo tipo. Il tema principale sarà “Macbeth” di William Shakespeare, il testo del nuovo capitolo de “I Teatri della Mente” che sarà messo in scena dal Teatro della Juta utilizzando le tecniche già messe in atto in Romeo e Giulietta, integrate da nuove sperimentazioni. Non servono conoscenze o abilità particolari per partecipare, solo la voglia di scoprire un modo nuovo di fare e fruire il teatro.
La drammaturgia e la regia dello spettacolo sono di Luca Zilovich, mentre in scena ci saranno Giacomo Bisceglie, Enrica Fieno, Lorenzo Fracchia, Michela Gatto, Giulia Maino e Linda Morando. Musiche e ambienti sonori sono stati curati da Raffaello Basiglio e da Vincenzo Ventriglia.
Info e prenotazioni:
SPETTACOLO (domenica 19 marzo ore 16 e ore 19): tel. 3450604219 o teatrodellajuta@gmail.com
LABORATORIO (sabato 18 marzo dalle 14 alle 19): tel. 3342913360 (entro il 14 marzo).
Il Servizio Informagiovani, del Comune di Alessandria, gestito da ASM Costruire Insieme, all’interno del progetto Effe propone il terzo e ultimo percorso TRAL (Tecniche di Ricerca Attiva del Lavoro).
Si tratta di un laboratorio di gruppo suddiviso in 4 appuntamenti che si svolgeranno con il seguente calendario: martedì 14, 21,28 marzo e 4 aprile 2023 dalle 14 alle 16.15, presso la Biblioteca Civica “F. Calvo”, spazio messo a disposizione dal Comune di Alessandria.
Con l’utilizzo della media-education, role-plaining e altri metodi partecipativi, le orientatrici dell’Informagiovani guideranno le partecipanti ed i partecipanti in un percorso che va dalla definizione del proprio obiettivo professionale, all’analisi dei contesti lavorativi fino all’esperienze di colloquio simulato. Il laboratorio fornirà quindi gli strumenti per una pianificazione e ottimizzazione della ricerca del lavoro attraverso i canali più efficaci e un orientamento all’attitudine proattiva
Il percorso intende fornire gli strumenti (curriculum vitae, lettera di presentazione, intervista informativa) per muoversi in un mercato del lavoro sempre più complesso e influenzato da dinamiche non sempre facili da decifrare. Un’attenzione specifica verrà riservata alle dinamiche del colloquio e all’importanza della propria immagine on line. Il TRAL, per coloro che cercano lavoro, è uno dei laboratori che l’Informagiovani ha proposto negli ultimi anni ottenendo un consenso diffuso e sempre crescente.
Il percorso è condotto dalle orientatrici Informagiovani, formatrici e esperte di ricerca attiva del lavoro ed è prevalentemente rivolto a donne e giovani in cerca di occupazione. Per partecipare all’iniziativa non è prevista alcuna quota d’iscrizione, ma i posti disponibili sono 15. Le iscrizioni verranno accolte in ordine d’arrivo dando la priorità a donne in cerca di occupazione e giovani under 35.
È necessario compilare il form d’iscrizione al seguente link https://www.informagiovani.al.it/traleffe/, entro il 7 marzo 2023, oppure presso lo sportello Informagiovani su appuntamento.
Per informazioni l’Informagiovani è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 su appuntamento in via Gagliaudo 2 al secondo piano di Palazzo Cuttica.
numero verde 800116667;
WhatsApp 3499399690;
Facebook Informagiovani Alessandria.
Il progetto Effe – promosso dall’Associazione Don Angelo Campora e dall’APS Colibrì, ha come obiettivo promuovere la libertà, l’autodeterminazione e l’autonomia delle donne in situazione di fragilità sociale, sostenendole e accompagnandole nel superamento delle difficoltà del quotidiano ma soprattutto attivandole nell’inserimento o reinserimento lavorativo. Il progetto verte essenzialmente su alcune aree di intervento: la formazione, il lavoro, la rete di comunità e le attività saranno realizzate dal 1/3/22 al 30/9/23. Partner del progetto sono: cooperativa Semidisenape, S.A.O.M.S. di Capriata d’Orba, CGIL di Alessandria, Radiogold, Comune di Alessandria, Cissaca, ASLAL – SerD, APS Cambalache, Global Thinking Foundation, Informagiovani ASM Costruire Insieme, Associazione Cultura e Sviluppo.
“Bolletta solidale: perché nessuno rimanga al buio”.
Tale progettualità, mettendo in campo la progettazione dell’azione di sostegno in collaborazione con gli enti del Terzo Settore ed il coinvolgimento delle attività economiche del territorio e della società civile, realizza pienamente i principi della Sussidiarietà Circolare ed attiva rapporti di “reciprocità”, chiamando tutti alla condivisione della missione di sostegno alle famiglie in situazioni di fragilità.
Grazie alle donazioni che arriveranno sarà possibile sostenere quelle famiglie che vivono situazioni di particolare disagio e sofferenza economica che si rivolgono ai Centri di Ascolto, per le quali non sono sufficienti gli interventi messi in campo dalle istituzioni pubbliche.
Modalità di intervento
Il fondo andrà in aiuto ai residenti all’interno del territorio della Diocesi di Tortona, che si rivolgeranno ai centri di ascolto diocesani (Centro di Ascolto di Novi Ligure, Tortona, Voghera, Casteggio, Broni e Stradella). I requisiti sono una condizione di difficoltà economica valutata mediante l’importo ISEE inferiore a 10.000,00 €, al fine di comprendere anche i nuclei esclusi da tutti gli interventi di sostegno che pongono il limite dell’indicatore ISEE a 6.000,00 € ma che comunque versano in condizioni di fragilità. Il contributo sarà devoluto a interventi a sostegno principalmente del pagamento di utenze domestiche (contributo massimo 300,00 € per nucleo), oltre che per il sostegno di eventuali altre spese relative alle emergenze dei nuclei famigliari.
Nell’ottica educativa, le modalità prevedono, ove possibile, la partecipazione al pagamento da parte del nucleo mediante richiesta di rateizzazione all’ente creditore con accollo di parte del debito secondo le possibilità economiche verificate. Al sostegno per il pagamento delle utenze si affiancherà una attività educativa e formativa per aiutare i nuclei famigliari a utilizzare con maggiore consapevolezza l’energia, per mettere in pratica comportamenti virtuosi di risparmio energetico e per imparare a leggere una bolletta, scegliere il miglior fornitore per aiutare a diminuire i consumi. Il grande rischio è quello che molte famiglie, per poter vivere dignitosamente, sia costrette a indebitarsi e cadere nella trappola del sovraindebitamento e dell’usura.
Per saperne di più, scarica il progetto al link sottostante.
Caffè Alzheimer propone un ambiente in cui le persone possano incontrasi, per vivere momenti di condivisione, svago e per trovare supporto nello scambio di informazioni, esperienze in un contesto accogliente ed informale.
Il servizio ha ripreso le sue attività dall’8 febbraio, presso Via Marconi n.7 a San Damiano D’Asti.
Il servizio è attivo ogni mercoledì dalle ore 15.30 alle ore 17.00.